lunedì 26 novembre 2012

PIU' EUROPA E POI COSI' VERO? - Fortunatamente ci sono le voci dissonanti

Ogni giorno siamo subissati dalla voce unica, del “ce lo chiede l’Europa”, “lo fate – Voi cittadini mica noi che siamo al potere – per l’Europa”, “senza Europa il sole domani non sorge”.

L’informazione mainstream ci inonda del pensiero unico di chi è al potere e vuole che la si pensi così, senza idee divergenti, senza controprova.

Fortunatamente esiste il web dove vuoi per curiosità, vuoi per ricerca si riescono a trovare delle belle quanto interessanti voci dissonanti dalle solite.

Persone che cercano di spiegare - anche con una certa facilità, in quanto il parlare di economia non deve essere forzatamente astruso e sconosciuto ai più, come vorrebbero farci credere - le cose come stanno e soprattutto da un punto di vista maggiormente coerente e meno opportunistico.

Oggi mi sono visto questa interessante intervista all'economista Alberto Bagnai che parla a tutto campo dei mali dell'Europa e soprattutto dell'Euro.

Il professore enuncia, con voce dissonante dalle solite e senza il solito fare cattedratico di molti suoi colleghi Monti in cima a tutti, qual è la situazione reale della nostra economia e di quella dell'Eurozona tutta.

Prova anche a dare qualche soluzione che può essere più o meno condivisibile. Personalmente le condivido quasi tutte.

Spiega con brevità ma anche con facilità ed efficacia perché nonostante i cosiddetti "conti truccati" ci abbiano "permesso" negli anni '90 di accedere alla moneta unica e soprattutto quali vantaggi ne abbiano tratto i tedeschi e le cosiddette economie del Nord.

Non dimentica di ricordare che gli stessi mali che viviamo in Italia – ovvero la contrapposizione Nord / Sud – dove il nostro Nord non vuole che si aiuti il Sud spostando i finanziamenti da una parte all’altra della Nazione per far crescere tutti, esiste anche e soprattutto nell’Europa che chiamano unita ma che ai fatti unita non è.

Affronta i motivi per cui la Svizzera ha intenzione, proprio ora, di fare accordi per la tassazione dei capitali europei – evasi nelle nazioni di provenienza – trattenuti nelle sue banche e, soprattutto, quale vantaggio il governo elvetico ne trae.

E’, decisamente, un’intervista a tutto campo senza filtri.
Soprattutto diversa dalla solita tiritera che giornalmente ci viene imposta dai vari organi istituzionali che, per tramite dei media di regime, hanno tutto l’interesse ad acquistare consenso e potere sulla pelle di noi cittadini che alla fine dei conti contiamo sempre meno.

Simone