sabato 31 marzo 2012

Discorso di un Italiano immaturo e pure disoccupato a Monti....

Se tu, Monti, al popolino dai uno stipendio base, nella media europea, quindi ne' più ne' meno che una paga dignitosa ed i giusti diritti, vedi come si compra il made in italy e non il cinese! Se, tu Mario, alle aziende che dovrebbero investire e produrre in Italia senza tante scuse, non dai sponde per fare e produrre comportamenti recessivi vedi ad esempio Fiat e / o altri (che produce / ono fuori e non vende / ono ma ci tengono al marchio made in Italy), vedi come crei lavoro ed il popolino compra e l’economia riparte. Ma l’economista, il professore, il genio sei Tu, non Io! Ma questa è economia della prima elementare…

Se tu, governo, al posto di fare becera e retorica pubblicità con una lotta alla finta evasione (finta è un eufemismo voluto) e cominci a combattere quella vera, vedi come gli stranieri vengono a produrre e portare ricchezza in Italia! Se tu, presidente del consiglio, combatti la corruzione, la concussione ecc. ma veramente, vedi come non c'è bisogno di togliere diritti per attrarre capitali! Se tu Monti non stracarichi di tasse, non difendi i potentati, banche, caste varie, e non fai politiche recessive senza saper fare politiche di rilancio vedi come il popolino ti appoggia! Se tu, Monti ed i tuoi ministri, non offendi il popolino dicendo: “che se ti do il sostegno al reddito, lo stesso (popolino) se ne approfitta perché è abituato al sole ed a mangiare pummarola” (parole di Fornero) vedi come gli animi si calmano!

Tu, Monti, che dovresti amministrare una nazione dici che gli Italiani sono maturi! Beh, io ho la presunzione di voler essere immaturo ma di usare il cervello! Ho la presunzione di dire che l'Europa ci chiede anche quello che tu, Mario, con tanta attenzione fai in modo che non si sappia! A questo "maturo" popolino che la nazione Italia la abita non puoi dire tu fai quello dico io: “Io ti tolgo lavoro, soldi e dignità perché ce lo chiede l'Europa”! L'Europa ci chiede anche di combattere la corruzione, la folle burocrazia, la politica retorica e ballerina a cui siamo oramai assuefatti, le politiche protettive e recessive (che ti piacciono tanto), di parificare stipendi e salari alla media dell'Europa stessa, di parificare e non togliere i diritti alla popolazione, cosa che a te ed ai tuoi sodali piace tanto!

Di smettere di prendere in giro le persone dicendo l'Articolo 18 non è in agenda, e pubblicizzando poi una mega(?) quanto decantata riforma del lavoro basata su pesi e contrappesi di modello nordico e alla fine l'unica cosa che fai e tocchi è proprio quello mentre lasci invariato tutto il resto, che peraltro non funziona! No Mario, assieme a Giorgio, non puoi dire al popolino tu fai quello dico io, io ti tolgo lavoro, soldi e dignità perchè ce lo chiede l'Europa! L'europa ci chiede anche di combattere la corruzione, di parificare stipendi e salari alla media, di parificare e non togliere i diritti!

Anzi fin'ora il popolino ha tenuto. Ma chissà fino a quando dura! A furia di tirare la corda la stessa si spezza! E qui in Italia il limite è critico.

Mario di fronte a questo discorso di un italiano immaturo, che non apprezza la tua politica, i tuoi modi autoritari e dittatoriali cosa replicheresti? Mi piacerebbe tanto saperlo...

venerdì 30 marzo 2012

Monti e la retorica

Il presidente del consiglio Mario Monti, al secolo Salvatore della Patria o meno male che Mario c'è o se non c'era lui stavamo peggio della Grecia (al che ora mi domando come stiamo adesso visto che non si riesce nemmeno più a mangiare?), si sta affrettando ad escludere una nuova manovra correttiva. E questo è già preoccupante, in quanto conoscendo la sua sobrietà quando esclude già l'ha in mente. L'Europa lo chiede o lo chiederà! In ogni caso anche se dovesse fare un'eventuale manovra correttiva la settima in meno di un anno con continuità al precedente governo, la mia domanda è chi la paga? Visto che ne' cittadini ne' imprese riescono più a pagare neanche le tasse ed imposte (occulte comprese) che ci premono addosso già da adesso (figlie ovviamente di questo governo quanto dei precedenti, precisiamo)! Forse San Mario ha intenzione di Recuperare veramente l'evasione? Di combattere veramente la corruzione, concussione e varie? Non credo! Le sue ricette riprendendo uno slogan di Berlusconiana memoria sono: "PIU' TASSE PER TUTTI (I POVERI, MA QUESTO LO AGGIUNGO IO)"....

lunedì 19 marzo 2012

Pillole di autoritarismo?!?

Una cosa è certa l'autoritarismo di Monti e dei suoi ministri, una buona padronanza della lingua con l'aggiunta di parecchia retorica e l'aiuto dei giornali asserviti, fanno molto per far passare il messaggio:"Voi potete dire e fare quello che volete, tanto decidiamo noi e ce ne fottiamo del benessere dei cittadini". Mi vien da rimpiangere le gaffe di Berlusconi e del suo governo, che perlomeno era tutto incentrato a fare e disfare e quindi non faceva nulla ed i danni erano limitati nel tempo... Con questa scusa che l'Italia era nel baratro, e con una buona campagna mediatica siamo finiti dalla padella nella brace. E chi paga sono sempre i soliti, i cittadini... Tempo fa una pubblicità si chiudeva:" - onestamente non ricordo quale fosse e non mi interessa - Meditate gente, meditate!".




Di seguito l'articolo di giornale che mi ha dato lo spunto

http://www.corriere.it/economia/12_marzo_18/fornero-fiduciosi-accordo_67b58c30-711d-11e1-8a4c-5b31135cad1f.shtml

sabato 17 marzo 2012

Ce lo chiede l'Europa - Ma quello che chiediamo noi conta ancora qualcosa?

Onestamente, sono stanco e stufo di questo ce lo chiede l'europa. E' un mantra che serve a fare leggi sempre più salva politic(o)i e sempre più inique nei confronti della popolazione. Se mai emergenza c'è stata (ho i miei forti dubbi) sarebbe stato il caso di gestirla con un altro credo:"Cosa è giusto per gli Italiani, che noi politici e tecnocrati governiamo)".... Ma sono onesto la copa non è solo loro... La causa e di rimando la colpa più grande è nostra... In ogni parte del mondo solo al pensiero di una riforma delle pensioni e del lavoro così inutile ed iniqua le genti sarebbero scese in piazza a far valere i loro diritti. Qui da noi No. 100.000 tassisti hanno vinto contro milioni di Italiani, pensionati, lavoratori, disoccupati e non. Vuol dire che ai tassisti interessa il loro futuro e quello dei loro figli. A noi Italiani sembra proprio di no! Ma cosa vogliamo farci alla fine la soluzione è sempre quella:"Ce lo chiede l'europa!!".

Naturalmente il riferimento ai tassisti è esemplificativo, e tende a ricordare come loro si sono mossi con scioperi e quant'altro, quando il governo (attuale) voleva cambiare le regole con il decreto Cresci Italia e poi abbondantemente annacquato dal governo stesso e dalle commissioni parlamentari.

lunedì 12 marzo 2012

Ha senso toccare o togliere l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori?

Abolire o demolire l’Articolo 18 dello statuto dei lavoratori perché non permette il licenziamento ed il rilancio dell’economia è il continuo mantra che sentiamo da sempre, come la sospensione della democrazia perché è l’Europa che c’è lo chiede. Ma quanti di noi conoscono effettivamente cosa recita tanto incriminato articolo? Cosa lo rende così odioso agli occhi di chi ci governa e di chi ci deve assumere?

Mi sono fatto un giretto su Wikipedia per conoscere e comprendere questo Art. 18 dello statuto dei lavoratori, che secondo Monti, Napolitano, Berlusconi, Veltroni, Marcegaglia, Cisl, Uil, parte della Cgil e chi più ne ha più ne metta non permette il licenziamento individuale e collettivo e soprattutto non fa arrivare capitali ed investimenti dall'estero. Ora non sono un giuslavorista, ma ho la pretesa ed anche la presunzione di aver imparato a leggere! E non mi pare che ci siano tutti quei cavilli o cavalli (nel senso dell'animale) che impediscano il licenziamento individuale e/o collettivo ove è giusto! Anzi tutt'altro.

Giocare sull'Articolo 18 a questo punto è solo demagogia bella e buona per evitare di ammettere l'incapacità di chi ci governa ora e di chi ci ha governato in precedenza (e non parlo solo del o dei governi Berlusconi (che sono stati il male dell'Italia e degli italiani, ma non solo i suoi dobbiamo avere la decenza, soprattutto morale, di ammetterlo), di chi ci tutela (i sindacati) o è meglio dire di chi dovrebbe tutelarci e di chi porta avanti l'economia Nazionale (in senso riduttivo l'Industria e le sue rappresentanze)! Il problema è che tutti giocano sulla nostra pelle, e noi ce li facciamo giocare, tanto siamo assuefatti e presi dalle corbellerie che ci raccontano, politici, giornali, televisioni ecc. E tante volte parteggiamo per l’una o per l’altra parte non per un sano senso conoscitivo e / o di appartenenza ma per un credo spesso e volentieri ideologico o in preda all’emozione del momento! Senza avere il minimo buon gusto di andare a vedere di cosa si tratta e per cosa stiamo parteggiando.

Io, personalmente, sono contro l’attuale Governo dei Professori, come sono stato contro i vari governi Berlusconi, ma non per mera antipatia, ma perché giornalmente mi informo e valuto la situazione del paese che poi volente o nolente va a ricadere sulla mia posizione personale come va a ricadere sulle posizioni personali di tutti (e qui intendo economico, sociali e lavorative di tutti) e delle generazioni future!

Dopo averlo letto ritengo sacrosanto proteggere l’Articolo 18, come ritengo sacrosanto il diritto di poter continuare ad avere il diritto di critica. Da quello che ho visto nel ventennio breve Berlusconiano (contornato dagli altri governi che via via si sono succeduti) e da quello che sto vedendo con l’attuale governo Monti, questo sacrosanto diritto che si chiama anche libertà di parola e di pensiero, qui in Italia va sempre più perdendosi.

Già siamo stati defraudati di tanti tantissimi diritti, ad esempio in Fiat non si ha più il diritto di parola, di scegliersi il sindacato e altro, in Italia che è una repubblica fondata sul lavoro per costituzione c’è un tasso di disoccupazione altissimo, ci hanno tolto il diritto di quiescenza (meglio detto andare in pensione e goderci in pace i nostri ultimi anni) con la scusa (sempre quella) siamo sull’orlo del disastro oppure è l’Europa che ce lo chiede. – A questo punto mi dico: “sull’orlo del disastro ci ha portato chi ci governa, ma le conseguenze al solito le paghiamo noi cittadini e mai loro, visto che hanno il record del mondo in capacità di riciclarsi e stare sempre là, in paesi più seri sarebbero come minimo andati tutti a casa” – Allora visto che sono sempre gli altri a chiedere e noi “Generosamente” a dare, per una volta lottiamo per qualcosa che interessa tutti, la libertà di essere e pensare come ci piace, e non come vogliono che noi pensiamo!

Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori

Fonte Wikipedia -

http://it.wikipedia.org/wiki/Articolo_18_dello_Statuto_dei_Lavoratori

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori s'intitola "reintegrazione sul posto di lavoro" e disciplina le conseguenze in caso di licenziamento illegittimo (perché effettuato senza comunicazione dei motivi, perché ingiustificato o perché discriminatorio) nelle unità produttive con più di 15 dipendenti (5 se agricole). Inoltre esso si applica anche alle unità produttive che occupano meno di 15 dipendenti (5 nel caso di imprenditore agricolo) se l'azienda occupa nello stesso comune più di 15 dipendenti (5 se agricola) e in ogni caso se l'azienda occupa complessivamente più di 60 dipendenti. Contrariamente a quanto si afferma comunemente, esso non dispone che il licenziamento sia valido solo se avviene per giusta causa o giustificato motivo. Tale principio, che era (almeno in parte) già stato riconosciuto dal codice civile italiano (art. 2119) per i contratti a tempo determinato e per i licenziamenti senza preavviso, è sancito dall'art. 1 della legge n. 604/1966 per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato. L'articolo 18 dispone invece che, in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo, il lavoratore sia reintegrato nel posto di lavoro. Descrizione [modifica] "ART. 18. - Reintegrazione nel posto di lavoro. Ferma restando l'esperibilità delle procedure previste dall'art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice, con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'art. 2 della legge predetta o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno subito per il licenziamento di cui sia stata accertata la inefficacia o l'invalidità a norma del comma precedente. In ogni caso, la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione, determinata secondo i criteri di cui all'art. 2121 del codice civile. Il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al comma precedente è tenuto inoltre a corrispondere al lavoratore le retribuzioni dovutegli in virtù del rapporto di lavoro dalla data della sentenza stessa fino a quella della reintegrazione. Se il lavoratore entro trenta giorni dal ricevimento dell'invito del datore di lavoro non abbia ripreso servizio, il rapporto si intende risolto. La sentenza pronunciata nel giudizio di cui al primo comma è provvisoriamente esecutiva. Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio di merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro. L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'art. 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile. L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa. Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo camma ovvero all'ordinanza di cui al quarto comma, non impugnata o confermata dal giudice che l'ha pronunciata, è tenuto anche, per ogni giorno di ritardo, al pagamento a favore del Fondo adeguamento pensioni di una somma pari all'importo della retribuzione dovuta al lavoratore". Il giudice, qualora accerti l'illegittimità del licenziamento per uno dei motivi indicati nella legge n. 604/1966 (difetto di forma, ingiustificato, discriminatorio), ordina la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro. Al prestatore di lavoro è data la facoltà di chiedere al datore di lavoro in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro, un'indennità pari a quindici mensilità di retribuzione globale di fatto. Oltre all'ordine di reintegrazione, al lavoratore spetta in ogni caso un risarcimento danni che non può essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione globale di fatto. Nelle aziende che hanno fino a 15 dipendenti, quando risulti accertato che non ricorrono gli estremi del licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, il datore può scegliere se riassumere il dipendente entro il termine di tre giorni o pagare un risarcimento da 2,5 a 6 mensilità (l'indennità può essere aumentata in base all'anzianità di servizio). Questa norma non è contenuta nell'art. 18, ma nell'art. 8 della legge n. 604/1966. La differenza fra riassunzione e reintegrazione è che, nel primo caso, il dipendente perde l'anzianità di servizio e i diritti acquisiti col precedente contratto (tutela obbligatoria).

domenica 11 marzo 2012

Ma quanto ci costa il fallimento (fatto passare come salvataggio) della Grecia?

Ho notato che ieri è passata in sordina la notizia di quanto ci costa il salvataggio in extremis della Grecia. Ai primi conti si parla di 35 miliardi di € che possono facilmente lievitare fino a 45. Una mega finziaria che ovviamente andrà a pesare sulle e nelle tasche di noi cittadini Italiani. Spero di sbagliarmi ma questa tegola la vedo come nuove tasse, nuova disoccupazione e precarietà e nuovi poveri! Ma cosa importa ce lo chiede l'Europa, ed il governo Monti è prono nei suoi confronti. Senza contare che i nostri vicini greci (parlo del popolo non delle istituzioni) sono già al coma profondo! Tutto questo per salvare le banche tedesche e francesi che erano le più esposte! Ma come ho scritto prima andava fatto, non per solidarietà forse l'avrei approvato anzi moralmente l'avrei appoggiato, ma perchè ce lo chiede l'Europa. Ora io mi chiedo ma il nostro SuperMario si chiede mai cosa gli chiedono i cittadini Italiani? A me pare proprio di No! Ma come sempre chiudo dicendo che è solo il mio punto di vista.

sabato 10 marzo 2012

Mancanza di credibilità Internazionale - In difesa del ministro Giulio Terzi

Vorrei spendere due parole a difesa del nostro ministro degli esteri Giulio Terzi che in questi giorni è attaccato da ogni lato a causa della vicenda indiana e della purtroppo drammatica vicenda del fallito blitz inglese per il salvataggio degli ostaggi. Ora è cosa nota che io non parteggi e non abbia mai parteggiato per il Governo Monti / Napolitano, e ci tengo a rimarcarlo, ma a mio parere in questo caso la mancanza di credibilità internazionale che pesa come un macigno sul nostro Paese ha radici molto ma molto lontane. Quelle stesse radici che hanno portato ad un certo punto lo spread a 575 punti base sul titolo di riferimento tedesco ed alle dimissioni (volute da Napolitano - e dal rischio di un definitivo quanto certo crollo in borsa di Mediaset - e non dal parlamento) del precedente governo Berlusconi. La situazione di oggi - se si vuole essere onesti - non è colpa dell'attuale governo e del ministro oggi preposto a gestire la Farnesina. Ora mi spiace che il Pdl e la Lega si affannino a farsi belli dicendo che la colpa è dovuta dall'incapacità di Terzi - che è ex ambasciatore negli Stati Uniti e console di lungo corso - dimentichi di tutti gli errori e degli scandali nazionali ed internazionali che hanno commesso dal 2008 anno in cui si è insediato il IV governo Berlusconi ad oggi. Anzi è lodevole - e qui sono onesto - lo sforzo che sta facendo questo governo in ambito Internazionale (e rimarco Internazionale) per far riprendere all'Italia e agli Italiani il peso politico ed anche economico che all'Estero ci meritiamo e che eravamo riusciti a costruirci dal dopoguerra fino all'era Berlusconi. Ho rimarcato Internazionale perchè in politica Interna l'azione del governo è pavida con i forti ed iniqua con i deboli. Ma per l'ultima affermazione, come per tutto lo scritto del resto, sono questioni di punti di vista.